Quelle più conosciute, forse perché più vicine all'esperienza degli utenti, sono quelle che hanno luogo all'interno dei Bancomat.

Quelle, in pratica, in cui inviano mail che con carattere di urgenza invitano a cliccare su dei link.

Questi contengono dei form che se compilati daranno vita ai guai più grandi della vita delle vittime.

Gli utenti che, spinti dalla curiosità o dal fatto che siano quasi costretti da utenti imploranti, li cliccano, vedranno l'inizio dei loro guai.

Ci sono dei link che portano a siti contenenti malware.

Stiamo vivendo un momento storico caratterizzato da un crescente proliferazione di attacchi cyber che implica per i CISO ed i loro team da un lato il concentrarsi su ciò che sta accadendo - in modo tale da rendere le organizzazioni quanto più sicure e resilienti - e, dall'altro lato, essere in grado di anticipare i rischi cyber futuri - e spesso non ancora delineabili - che potrebbero avere un impatto considerevole sui propri programmi di sicurezza nei prossimi anni.

Secondo Gartner, il 62% degli utenti che adotta la quantificazione del rischio informatico per guidare il processo decisionale, difficilmente migliorerà la necessaria cyber risk awarness e solo il 36% otterrà risultati in termini di riduzione del rischio, risparmio dei costi o effettiva influenza sul processo decisionale.

Pertanto, Garner suggerisce di mettere in atto strategie atte a favorire cambiamenti culturali all'interno delle organizzazioni che supportino meglio i leader della cyber security.

Gli analisti di Gartner rivelano che oltre il 90% dei dipendenti ha ammesso di aver intrapreso una serie di azioni non sicure durante le attività lavorative, pur essendo consapevoli che esse avrebbero aumentato il rischio per l'organizzazione.

Ne consegue che sarà necessario riformulare il modello operativo della cyber security.

  • Articolo proveniente da:
    The Magazine Tech